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Reality e talent: attenti a ciò che guardate!

Scritto da Francesca Ziccolella

Che cos’è oggi la TV? Perché la guardiamo? Cosa ci trasmette davvero? Un tempo, prima di trasformarsi in un mezzo per influenzare le persone, prima dei finti dibattiti già programmati, prima delle pubblicità, prima che tutto diventasse così strumentalizzato, riunirsi intorno a un televisore e guardare una trasmissione era considerato un evento, qualcosa di speciale. Oggi la televisione è diventata un mezzo tramite il quale è possibile comunicare alle persone provenienti da diversi paesi, informandole su ciò che avviene in ogni parte del mondo, rendendole più unite.

È vero, adesso per fortuna ci sono infiniti modi di partecipare, di comunicare e di conoscere, ma ormai la televisione è soprattutto una fonte di intrattenimento e divertimento; un entertainment internazionale basato su format spesso discutibili. Il vero problema sta in ciò che viene trasmesso, in ciò che molte persone, per passare il tempo, guardano in TV. Ci sono infatti numerosi programmi, se così si possono definire, che non comunicano niente, non insegnano niente. Sempre più spesso vengono prodotti programmi che giocano sugli individui, ridicolizzandoli così da potere raggiungere perfino il record di ascolti. Ciò avviene facendo leva soprattutto su squallide battute, litigi particolarmente animati ricchi di espressioni di disappunto a dir poco volgari e indegne di essere riprese.

Sono trasmissioni in cui governa l’apparenza, elemento principale che gli spettatori di queste trasmissioni cercano. È proprio questo che le rende famose! Un genere di programma come questo, per antonomasia, sono i talent, meglio conosciuti come talent show: gare tra concorrenti dalla veridicità discutibile. Spesso, infatti, nelle competizioni è tutto già programmato fin dall’inizio e ci si lascia giudicare da persone che non sempre sono effettivamente competenti. In altri programmi come alcuni reality show si trovano nomination ed eliminazioni dei concorrenti, ma quella che viene rappresentata e mostrata al pubblico non è la realtà di tutti i giorni, anzi, è perlopiù finta e costruita. Questi programmi vengono difatti definiti trash, ossia programmi spazzatura, legati solo all’estetica e poveri di un qualche insegnamento.

Invece, altre trasmissioni addirittura peggiori, a detta di molti, sono quelle in cui le vite dei concorrenti vengono riprese 24 ore su 24, le cosiddette live, in cui viene mostrato ciò che ogni partecipante fa, anche le cose più banali. La domanda sorge spontanea: il senso qual è? Abbiamo davvero il bisogno di sapere cosa quella persona faccia in ogni momento, anche se non è niente di straordinario? Per questo motivo queste trasmissioni risultano sicuramente una tra le peggiori categorie di programmi televisivi, trattandosi di contenitori vuoti. Si perdono ore e ore a guardare le stesse cose, cose che razionalmente non sono nulla di speciale.

Se almeno i talent come gare si possono definire educative, insegnando a dare sempre il massimo di noi stessi, a saper perdere, a relazionarsi e a partecipare come squadra, i reality non lasciano nulla. In questi ultimi non si dà il premio in denaro per determinate prerogative o capacità, ma il pubblico sceglie il vincitore a proprio piacimento.

Ora tutto ciò deve far riflettere: il ruolo di questi programmi è effettivamente quello di insegnare qualcosa o si tratta semplicemente di assegnare, senza criterio, soldi a un possibile vincitore?

La televisione, soprattutto quella pubblica, deve riaffermare il suo carattere educativo, dando maggiore spazio a programmi che incrementino le conoscenze e le competenze di chi li guarda. Forse ci dovrebbe essere più attenzione anche da parte dei produttori dei programmi verso la ricaduta formativa del pubblico, piuttosto che badare solo all’ambito economico, che oggi sembra essere l’unico aspetto importante. Una parte degli spettatori non ha un’elevata formazione, perciò trova maggiore interesse nei reality show che di conseguenza possono diventare dei modelli di vita a cui ispirarsi. È proprio di questa fetta di pubblico che gli autori televisivi dovrebbero curarsi maggiormente, creando programmi che uniscano lo spettacolo alla cultura.


Francesca Ziccolella 4C

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