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Il mio vicino è un computer

Scritto da Francesco D'Amico e Giulia D'Orio

«L’intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana»  (Marco Sovalmico, ingegnere italiano specializzato in intelligenza artificiale).

L’idea di una intelligenza artificiale, quindi costruita dall’uomo, suscita allo stesso tempo meraviglia e timore. Infatti molto spesso interpreta la parte del cattivo nei libri e nei film nei quali compare, ma in realtà l’AI (Artificial Intelligence) rappresenta uno degli strumenti più avanzati per il progresso umano. Gli esperti sono divisi tra due posizioni scientifiche: l’AI forte, che contempla la possibilità di realizzare un computer dotato a tutti gli effetti di una propria coscienza e intelligenza, e l’AI debole, la quale ci suggerisce che in realtà un computer può solamente simulare il funzionamento di un cervello umano.

L’esperimento più importante in questo campo è il test di Turing: se un computer è in grado di chattare con un umano con tale abilità da essere scambiato per una persona, allora sarà dichiarato come AI. Ma questo test ha delle limitazioni, delineate dall’esperimento della stanza cinese che va a favore dell’AI debole. Si immagini un computer chiuso in una stanza che riceva in ingresso dei simboli cinesi e che, tramite un programma adeguato, produca altri simboli in risposta, simulando una conversazione in cinese. Ora si sostituisca il computer con un uomo che non conosca il cinese e il programma con un libro che stabilisca quali simboli deve disegnare: l’uomo può intrattenere una conversazione in cinese simulando una comprensione di ciò che sta accadendo, anche se in realtà non è in grado di comprendere realmente ciò che viene detto.

Le ultime novità dal mondo dell’intelligenza artificiale

Robocar: la prima macchina da corsa elettrica senza pilota. Con antenne, sensori ad ultrasuoni, telecamere a 360° e radar quest’auto corre sui circuiti di Formula E, la nuova frontiera delle gare automobilistiche.

Skin Cancer Detector: i ricercatori dell’Università di Stanford hanno elaborato un algoritmo in grado di diagnosticare il cancro della pelle attingendo a un database di circa 130,000 immagini di lesioni dermiche raffiguranti più di 2.000 malattie diverse. Le percentuali di diagnosi corretta sono elevatissime e i ricercatori sperano di poter rendere l’algoritmo compatibile con gli smartphone, così che chiunque possa avere un “dermatologo tascabile”.

The Next Rembrandt: grazie a un software creato dallo studio delle 346 opere del pittore olandese Rembrandt, è stato realizzato un algoritmo in grado di dipingere i visi e i modelli umani imitando lo stile del pittore.

Amazon Prime Air: l’azienda di commercio elettronico “Amazon” ha recentemente sviluppato un sistema di spedizione aereo completamente affidato a dei droni. Il servizio è ancora in via di sviluppo ma una prima consegna è stata però già effettuata con successo in Gran Bretagna.

Sophia: l’ultimo e più avanzato robot della “Hanson Robotics”, disegnata per assomigliare ad Audrey Hepbourn e dotata di un’intelligenza artificiale amichevole ed empatica, in grado di sostenere conversazioni e di rispondere con la mimica facciale adeguata, proprio come farebbe un essere umano.


Francesco D'Amico e Giulia D'Orio 4A

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