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L’alba dell’era dell’ingegneria genetica

Scritto da Matteo Cristofori

Definita come “semplice e rivoluzionaria” dalla prestigiosa rivista scientifica Nature, la potente tecnologia CRISPR è destinata a cambiare per sempre il nostro mondo. Ma con il suo grande potenziale arrivano anche forti preoccupazioni.

Sin dalla scoperta del DNA, sono stati numerosi i tentativi di modificarlo per ottenere organismi con caratteristiche differenti. A dire il vero, l’uomo manipola gli esseri viventi da millenni e siamo diventati piuttosto bravi nel farlo. Infatti, tramite l’allevamento selettivo, i nostri antenati, fin dalla preistoria, hanno scelto i tratti più utili, per l’uomo, di piante e animali. Modifi che profonde nella composizione degli alimenti sono anche state operate fin dal 1500 a.C., quando in Egitto si iniziò a utilizzare il lievito di birra per la produzione tramite fermentazione di bevande alcoliche. I primi tentativi di modificare il DNA sono avvenuti negli anni ’60; gli scienziati hanno bombardato di radiazioni alcune piante per ottenere nuove specie mediante mutazioni casuali. Nel 1974 nacque il primo topo geneticamente modificato, prima applicazione dell’ingegneria sugli animali. Negli anni ’80 la tecnica raggiunse il mercato con il brevetto per un microbo progettato per assorbire il petrolio. Il cibo iniziò a essere modificato in laboratorio nel 1994 con il primo pomodoro OGM a lunga conservazione in vendita nei supermercati. Negli anni ’90 avvennero timidi passi nell’ingegneria genetica umana. Negli ultimi tempi, si sono moltiplicati gli animali da allevamento e le piante usate in agricoltura con modifiche genetiche. Ad oggi microrganismi modificati sono necessari per la produzione di molte sostanze, tra cui i farmaci salvavita come l’insulina.

I risultati raggiunti sono sorprendenti, ma fino a pochi anni fa la modifica dei geni richiedeva molto tempo ed era un processo costoso e complesso. Tutto questo sta cambiando a seguito di una rivoluzionaria scoperta nel campo delle biotecnologie: la tecnica CRISPR/Cas9, Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats. L’innovativo procedimento è stato messo a punto nel 2013 nei laboratori delle università di Berkeley e di San Francisco in California. CRISPR riduce i costi del 99% e richiede poche settimane, invece che molti mesi, per portare a termine gli esperimenti. Inoltre, le modifiche effettuate con le ultime tecnologie non sono rilevabili in nessun modo e sfuggono quindi a qualsiasi controllo legale.

Grazie a CRISPR, potremmo essere in grado, nell’arco di qualche anno, di sconfiggere molti retrovirus come l’HIV, il quale provoca ogni anno oltre un milione di vittime nel mondo. I retrovirus sono in grado di nascondersi nel DNA umano, restando invisibili alle nostre difese immunitarie. Al momento, però, sembra che l’HIV sia capace di sviluppare un’inaspettata resistenza a CRISPR quindi il sistema dovrà ancora essere perfezionato. Potremmo anche trovare una cura definitiva per il cancro, uno dei mali peggiori dei nostri tempi. Esso si presenta quando una cellula inizia a riprodursi senza controllo. In futuro, con poche semplici iniezioni delle nostre stesse cellule opportunamente modificate in laboratorio, potrebbe essere possibile trattare questa terribile malattia: i test clinici su pazienti umani sono già iniziati negli USA nel 2016.

Ma le possibilità di utilizzo di CRISPR vanno ben oltre e si spingono fino alla creazione di esseri umani modificati. Le sperimentazioni, tra moltissime critiche, sono già iniziate. Per adesso ci stiamo limitando a impiegare gli embrioni non utilizzabili per la fecondazione in vitro perché dotati di difetti cromosomici, ma non è difficile immaginare che questo potrebbe essere solo l’inizio. Nel futuro potrebbe aspettarci un mondo in cui alcuni bambini nascono con corredi genetici migliori rispetto ad altri. Al momento in molti sono contrari ad alterare il DNA degli embrioni. Ma man mano che la tecnologia diventerà più sicura e avanzata, sempre più persone potrebbero sostenere che sia immorale non usare le modifiche genetiche: potrebbero infatti affermare che significherebbe condannare i bambini a delle inutili sofferenze negandogli le cure.

L’argomento dell’eugenetica è stato oggetto di discussione da parte di molti esperti, tra i quali il filosofo tedesco Hans Jonas (Mönchengladbach, 1903 - New York, 1993). Jonas ha basato il suo pensiero sul principio di responsabilità e sul rispetto dell’integrità dell’uomo. Egli infatti considerava positivi interventi di editing genetico nel caso di malattie debilitanti ereditarie come il diabete e l’emofilia. Riservava invece delle critiche alla manipolazione del DNA al fine di “migliorare” in modo arbitrario la specie umana.

Ci stiamo muovendo su un terreno scosceso ed è facile cadere, per questo nei prossimi anni sarà importante tenere sotto controllo i progressi. Vietare la ricerca non è una soluzione visto che non comporterebbe altro che la necessità di esportarla in paesi meno regolamentati, generando problemi anche maggiori. L’editing del genoma rappresenta una grande sfida per la nostra società. Le biotecnologie potrebbero diventare una delle migliori o una delle peggiori cose che ci siano capitate; quasi certamente saranno una miscela delle due. La preoccupazione è che la rapidità delle scoperte lascerà poco tempo per le questioni etiche e morali che tali esperimenti potrebbero sollevare.


Matteo Cristofori 3B 

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