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Andiam, andiam, andiamo a lavorar!

Il MIUR (il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), è l’istituzione che gestisce il sistema scolastico italiano, sia pubblico che privato. Secondo quest’ultimo l’alternanza scuola-lavoro, una delle innovazioni della Buona Scuola, dovrebbe favorire la comunicazione intergenerazionale, ponendo le basi per uno scambio di esperienze e di crescita reciproca, inoltre queste esperienze lavorative dovrebbero offrire occasioni formative adatte a stimolare la creatività. Nel liceo scientifico Isaac Newton, in Viale Manzoni, queste premesse ben strutturate non sono state rispettate. A parlarci della loro esperienza di ASL (alternanza scuola-lavoro) è l’attuale rappresentante d’istituto, Cecilia Cicchetti.

 

Qual è stata la vostra esperienza di alternanza scuola-lavoro, in particolare quali sono stati i progetti avviati dalla scuola?

I progetti degli anni passati sono stati accettabili, alcuni formativi, come per esempio SchoolMun (che consiste in una simulazione di processi diplomatici internazionali), altri percorsi, a detta dei partecipanti, sono stati inutili, come il percorso svolto all’istituto di zooprofilassi, sul tema della sicurezza degli alimenti. Altri progetti sono stati proposti, ma mai avviati o interrotti nel mentre. Quindi possiamo definire la nostra esperienza di ASL come mediocre.

 

Quali sono stati i problemi e gli aspetti negativi dei progetti presentati?

Il problema principiale è che molti ragazzi si trovano senza un monte ore di alternanza scuola-lavoro adeguato, perché avrebbero dovuto fare corsi che poi non sono partiti e, di conseguenza, non essendoci state altre proposte o alternative, si trovano al quinto anno con un’ottantina di ore mancanti. Ma il colmo è stato il progetto di quest’anno, dove siamo stati sfruttati da un’azienda che ha tratto profitti dal nostro lavoro gratuito per fare un’attività di call center, quindi non c’è stato assolutamente nulla di formativo.

 

Come avete affrontato la situazione e come avete deciso di comportarvi?

Abbiamo preso la situazione di petto, avevamo l’appoggio sia dei ragazzi che, come me, hanno partecipato al progetto, sia dei professori che ci hanno continuamente sostenuto. Inizialmente, abbiamo cercato un dialogo con la preside, ma non siamo stati ascoltati, per questo siamo stati costretti a fare due picchetti e abbiamo indetto un’assemblea straordinaria. Dopo tutto questo la preside si è decisa ad ascoltarci.

 

Quali conseguenze si sono generate?

La convenzione con quest’azienda è stata rescissa, quindi nessun ragazzo della nostra scuola andrà più a lavorare lì, questa è stata una grande vittoria per noi.

 

A oggi la situazione è migliorata?

La situazione è migliorata solo in merito a questo progetto, per il resto ancora non sono disponibili corsi gratuiti per tutti.

 

Quali sono le vostre “speranze” per il futuro?

Speriamo che la dirigenza e i tutor dell’alternanza imparino dagli errori commessi in questi anni, in modo da tutelare i ragazzi che dovranno affrontare l’alternanza negli anni successivi, per essere sicuri di andare a svolgere un’esperienza veramente formativa.

 

Per l’ennesima volta ci troviamo davanti a un’esperienza di ASL negativa che ha portato gli studenti a dubitare della bontà delle scelte fatte dalla scuola. Dall’anno scolastico 2015/2016, l’alternanza scuola-lavoro è obbligatoria per gli studenti del terzo e quarto anno di tutti i licei italiani e per tutti gli istituti tecnici, che già la svolgevano negli anni precedenti. Inoltre, è fondamentale la valutazione per verificare la qualità degli apprendimenti e per l’ammissione all’esame di Stato dall’anno 2017/2018. Nonostante ciò, si continuano a commettere errori che, oltretutto, gravano sull’esame di maturità stesso, penalizzando così gli studenti che, nell’ultimo anno di liceo, si trovano a dover affrontare, oltre all’impegno del quinto anno, anche il recupero delle ore mancanti di alternanza. Dopo due anni, c’è ancora una grande confusione, l’ASL non è un apprendistato, uno stage o un tirocinio, ma è la conoscenza del lavoro, in modo da unificare i saperi tradizionali e quelli del mondo lavorativo.  Ci auguriamo, come Cecilia, che si impari dagli errori commessi per rendere migliore la nostra scuola!

Scritto da Eleonora Ridolfi 4C

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