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Laboratori del Gran Sasso

Cosa succede veramente sotto al massiccio del Gran Sasso d’Italia? Questa questione è stata portata sotto l’opinione pubblica da uno degli ultimi servizi delle Iene, programma in onda sulla televisione Mediaset.

 

Il bersaglio delle Iene sono gli LNGS (Laboratori Nazionali del Gran Sasso), complesso di laboratori che fanno capo all’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), dove si svolgono molti esperimenti che necessitano di condizioni ambientali particolari, come per quelli riguardanti elementi radioattivi o neutrini, resi celebri qualche anno fa dal test, negativo, che avrebbe verificato la loro velocità più elevata di quella dei fotoni.

 

Secondo la loro teoria, non avvallata da alcun tipo di studio, c’è un tangibile pericolo, nel caso di una calamità naturale come un evento sismico, di contaminazione della falda del fiume Aterno (che poi dà luogo alle risorgive del Pescara) da parte degli elementi utilizzati nei laboratori.

 

Nel tentativo di suscitare più clamore possibile sono state prospettate nel servizio scene apocalittiche come l’inquinamento di tutto il mare Adriatico e un complotto di tutti gli scienziati ai danni della popolazione per nascondere il misfatto.

 

In realtà le cose stanno abbastanza diversamente: l’esperimento in questione è davvero sicuro perché la sorgente radioattiva è completamente sigillata (come le sorgenti radioattive dei centri radiologici), anti sabotaggio e dire che è a prova di bomba non è un eufemismo (è circondata da svariate armature, delle quali la più imponente è composta di 2 tonnellate di tungsteno). Le radiazioni che emette all’esterno sono paragonabili a quelle che si registrano nei centri radiologici.

 

Viene in mente purtroppo che le Iene abbiano approfittato dell’ignoranza diffusa per far passare delle informazioni errate che condannano la comunità scientifica e creano diffidenza verso la cultura, fondamento della libertà individuale.ù

 

Senza l’LNGS, che è uno dei simboli che rappresenta l’Italia nel mondo, torneremmo all’età della pietra, macchiarlo di falsità sarebbe da masochisti.

 

L’immagine dello scienziato pazzo che sacrifica un intero ecosistema per poter realizzare il proprio progetto si colloca bene in un film, non in un paese dove la ricerca viene spesso trascurata nonostante i forti successi che ottiene.

Scritto da Ludovico Crespi 4B

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