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Chiamami col tuo nome porta alto lo stendardo italiano agli Oscar

Sullo sfondo di una calda estate trascorsa fra le fronde degli alberi delle campagne del Nord Italia, fra laghetti e vasche di un’epoca lontana, fra le pareti di una meravigliosa villa settecentesca ricolma di affascinante bellezza classica dove risuonano le melodie di Bach, Luca Guadagnino dipinge la sua ultima tela. Una storia d’amore intensa, raccontata con delicatezza e dolcezza, quasi con esitazione e pudore. La ricerca del proprio io, il definire se stessi, seguire le proprie pulsioni, l’essere confusi, spaventati e, ovviamente, attratti, fisicamente e psicologicamente: il regista è riuscito a ricordare agli spettatori cosa vuol dire avere 18 anni, cosa vuol dire essere adolescenti.

Armie Hammer, che inizialmente fu tentato di rifiutare la parte a causa del carattere esplicito di alcune scene presenti nello script, si esibisce in una delle sue migliori performance. L’attore ha già vestito in altre occasioni i panni del ragazzo omosessuale, ma in occasione di Call me by your name esprime tutto il suo talento, riuscendo a pieno nel compito di rappresentare il ruolo del giovane estroverso, maturo e disinvolto che, difronte al giovane amante si rivelerà più fragile e coinvolto del previsto.

Timothée Hal Chalamet è perfetto nel ruolo di Elio: non a caso è stato candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista a soli 22 anni. Capace di rappresentare al meglio i turbamenti del diciassettenne, con quell’aspetto così fragile, introverso e sensibile, l’attore è in grado di far parlare i silenzi, gli sguardi, dando all’amore che prova nei confronti di Oliver un aspetto fortemente passionale e, al tempo stesso, “estetico”, introspettivo e artistico.

Il merito delle quattro nomination agli Oscar va riconosciuto anche James Ivory, noto regista e sceneggiatore, il quale vince l’ambita statuetta per la miglior sceneggiatura non originale per aver rielaborato egregiamente il capolavoro di André Aciman, autore dell’omonimo libro dal quale è ispirata la pellicola di Guadagnino, dando vita ad un film dalla forza unica: un invito a lasciarsi andare alle passioni e ai sentimenti, a non rimpiangere le proprie scelte, a non vergognarsi dinanzi all’amore.

Beh, se passaste davanti ad un cinema e se aveste l’intenzione di godervi un capolavoro dalla dolcezza unica, fermatevi a vedere Call me by you name, attendete fino all’ultimo, godetevi la meravigliosa colonna sonora, emozionatevi, immedesimatevi, ricordate le incertezze e le paure dei primi amori... oppure, se proprio non siete romantici o sentimentalisti, gustatevi l’inopinabile bellezza di un racconto semplicemente disarmante.

Scritto da Riccardo D'Angelantonio 5C

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