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Di chi è lo spazio?

1610, Repubblica di Venezia, Galileo Galilei al telescopio osserva per la prima volta i crateri lunari, le lune di Giove e le fasi di Venere. 1813, Regno Unito, William Moore mette a punto l’equazione del razzo. 1914, lo statunitense Robert Goddard progetta il razzo a propulsione liquida, successivamente lanciato nel 1926. 1924, l’URSS fonda la Società per gli Studi di Viaggi Interplanetari, imitata nel 1927 dalla Germania. 1947, gli USA mandano nello spazio i primi esseri viventi, dei moscerini della frutta, seguiti nel 1951 dalla cagnetta Laika inviata dall’URSS e dallo scimpanzé americano Enos nel 1961. Finalmente, il 12 aprile 1962, Jurij Gagarin è il primo uomo a volare nello spazio, compiendo un’intera orbita attorno alla Terra. Pochi anni dopo, il 20 luglio 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, con la missione Apollo 11, atterrano sulla superficie lunare.

Se Galileo per primo ne ha studiato i crateri, ma Armstrong è stato il primo a passeggiarci sopra, di chi è la Luna? Possiamo dire che uno di loro potrebbe reclamarne la proprietà? Loro in prima persona o i governanti dei loro paesi?

Per secoli uomini di ogni nazionalità hanno dedicato la loro ricerca scientifica allo spazio, studiandolo dalla Terra o avventurandosi più vicino con sonde e addirittura missioni umane. Ma,allora, qualcuno potrebbe arrogarsene la proprietà?

Nel 1958 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dopo il lancio del primo satellite, lo Sputnik 1 dei russi, crea l’UNOOSA: l’ufficio per gli affari dello spazio extra-atmosferico (dall’inglese United Nation Office for Outer Space Affairs). Questo ufficio ha proprio il compito di promuovere e regolamentare una cooperazione internazionale pacifica per l’utilizzo dello spazio extra-atmosferico, redigendo una vera e propria Space Law (legge dello spazio) basata su alcuni principi fondamentali e su dei trattati.

“La legge spaziale si occupa di diversi temi come, ad esempio, la salvaguardia dello spazio e dell’ambiente terrestre, la responsabilità per danni causati da oggetti spaziali, la soluzione di dispute, il salvataggio di astronauti, la condivisione di informazioni riguardo a potenziali pericoli nello spazio, l’uso di tecnologie spaziali, e la cooperazione internazionale. Una serie di principi fondamentali guidano il comportamento delle attività spaziali, comprendendo l’idea di spazio come area di studi di tutta l’umanità, la libertà di esplorazione e di utilizzo dello spazio extra-atmosferico ad opera di tutti gli stati senza discriminazioni, e il principio di non appropriazione dello spazio extra-atmosferico”

Traduzione dal sito web dell’UNOOSA

Ritornando alla domanda da cui siamo partiti, ossia a chi appartiene la Luna, o più in generale lo spazio; possiamo trovare risposta proprio nella Space Law. Tra i principi fondamentali alla base di questa legge, infatti, ne troviamo uno che potremmo riassumere così: nello spazio non c’è alcuna sovranità e nessuna nazione può dichiarare di possederne anche una minima parte. Inoltre, ogni stato è responsabile non solo delle azioni del proprio governo e delle proprie attrezzature spaziali, ma anche dell’azione di ogni singolo individuo. Tutto ciò significa che né Galilei né Armstrong potrebbero dichiararsi proprietari della Luna, e che, se un giorno qualcuno di noi volesse prendere casa su di un qualsiasi altro pianeta, l’Italia dovrebbe risponderne davanti alle Nazioni Unite.

Particolarmente interessante è il trattato che riguarda il salvataggio e il ritorno sulla Terra degli astronauti e degli oggetti lanciati sullo spazio (Agreement on the Rescue of Astronauts, the Return of Astronauts and the Return of Objects Launched into Outer Space). Tutte le nazioni che lo hanno sottoscritto si impegnano a collaborare in caso di un qualsiasi rischio per un astronauta e a provvedere al ritorno di quest’ultimo nel modo più rapido e sicuro possibile. In questo modo l’astronauta è considerato come un vero e proprio rappresentante dell’intero genere umano in esplorazione di nuovi mondi, un po’come se fosse un ambasciatore del nostro pianeta in terra aliena.

Un altro trattato, invece, Convention on International Liability for Damage Caused by Space Objects, afferma che un paese che lancia nello spazio un qualsiasi oggetto ne è pienamente responsabile. Questo significa che, se accidentalmente una navicella crollasse sul tetto del vostro palazzo, potete stare tranquilli perché un’assicurazione ne coprirebbe tutti i danni.

È incredibile vedere come una tematica fisicamente così lontana da noi, ci coinvolge invece tutti più o meno direttamente: la legge spaziale ci tutela da possibili danni spaziali e ci coinvolge nel salvataggio degli astronauti, nostri rappresentanti e ambasciatori. L’universo che guardiamo con il naso all’insù ci appartiene, appartiene a tutti noi; ne siamo responsabili ed è un’area di studio a cui tutti abbiamo diritto. Il progresso tecnologico e scientifico ci sta portando a sempre nuove missioni ed esplorazioni, ogni giorno riceviamo dati dalle sonde in giro nello spazio, lanciamo satelliti e razzi alla ricerca di qualcosa di nuovo e, sicuramente, di spettacolare.

Scritto da Giulia D'Orio 5A

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