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Voce del verbo accogliere

Noi, i ragazzi della 4E, dal 12 febbraio ci stiamo occupando dell’istruzione in campo informatico rivolta a dei rifugiati politici.

IN COSA CONSISTE IL PROGETTO?

Il progetto, promosso da Fondazione Mondo Digitale, consiste nell’insegnare l’uso del computer a dei ragazzi provenienti perlopiù da paesi dell’Africa centro-settentrionale.

Ci siamo calati nei panni di maestri per qualche ora: in questo tempo abbiamo cercato di trasmettere quel poco che sappiamo ai nostri compagni di avventura, a partire dall'uso della lingua oltre che dalle nozioni prettamente informatiche. Quello che a noi sembra scontato sapere o fare è per loro una scoperta che può rivelarsi utile nella vita di tutti i giorni. Abbiamo per questo inoltre consegnato loro una sorta di lista "dei desideri", sulla quale contrassegnare ciò che vogliono imparare a fare: dalla ricerca sul web alla creazione di pagine social, dalla compilazione di un curriculum al pagamento online. Sono azioni, queste, apparentemente semplici ed automatiche per chi, come noi, è cresciuto in una realtà proiettata nell'informatica. Per ragazzi come loro è invece una novità persino utilizzare una tastiera.

Innanzitutto abbiamo insegnato loro come ricercare e scaricare musica ed immagini e, successivamente, come inviarle sotto forma di allegato tramite e-mail. Per chi ovviamente non aveva un account ci siamo adoperati affinché ne creassero uno. Hanno inoltre imparato ad utilizzare, in parte, il pacchetto office ed il risultato è stato (fantastico): ognuno dei ragazzi ha creato una presentazione powerpoint in cui parlava di se stesso, delle proprie passioni e del proprio paese; successivamente è stata proiettata in modo che tutti noi "docenti" li potessimo conoscere ed apprezzare.

COSA SIGNIFICA PER NOI?

 

Superati i primi scetticismi, ci stiamo a poco a poco rendendo conto di quanto siamo simili ai nostri compagni, nonostante i diversi vissuti trascorsi. Molte volte prendiamo le distanze da persone apparentemente diverse perché pensiamo di non avere niente in comune con loro. Questa esperienza ci sta rendendo consapevoli di questo nostro grande limite che però si può superare.

Forse c’è qualcosa di diverso in loro, la loro storia. Sono ragazzi che hanno pressappoco la nostra età, ma che hanno dovuto affrontare e superare cose ben più grandi di loro. C’è chi è scappato dalla guerra, mentre noi non sappiamo nemmeno cosa sia, poiché studiare le guerre non significa viverle. Alcuni hanno dovuto affrontare viaggi nel deserto, altri hanno viaggiato per vari paesi e altri ancora si sono lasciati dietro un passato non poco doloroso.

Questa esperienza ci sta facendo capire che invece di costruire muri verso persone che definiamo diverse, ma che non lo sono, dobbiamo abbatterli ed imparare a costruire ponti che ci permettano di vedere e capire quanto bello possa essere entrare in contatto e legare con persone che vivono e provengono da realtà diverse dalle nostre.

Scritto da Ghabbour Stefania, Maponi Chiara, Mattei Alessia 4E

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