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L'apparenza incantata

Immaginate: state camminando per strada quando, non troppo lontano da voi, notate una bambina sola e disperata, mal vestita e sporca in tutto il corpo. Dite la verità, vi fermereste ad aiutarla? O la evitereste e continuereste a camminare come se non l’aveste mai vista?

Credo che la maggior parte di voi, trovandosi in una situazione del genere, rimarrebbe sulla propria strada senza dare attenzione alla bimba. Per la restante parte di voi, che proprio in questo momento sta affermando il contrario, vi invito a ripensarci e ad essere sinceri con voi stessi.

Ora immaginate ancora: state di nuovo camminando, questa volta vicino a voi notate una bambina tanto bella quanto triste e sola, ma davvero tenera e graziosa in ogni suo gesto.

Scommetto che in questo caso molti di voi si fermerebbero per darle una mano.

Tutto ciò che ho detto fino ad ora non l’ho scritto per farvi sentire in colpa né per insultarvi, ma per farvi notare quanto l’apparenza possa influenzarci.

Tutti, chi più e chi meno, nel nostro giudizio della realtà ci basiamo sull’apparenza, perché in ogni situazione siamo sottoposti a un effetto psicologico chiamato “effetto alone” (halo effect).

L’effetto alone in realtà non è altro che un errore di valutazione che il nostro cervello continua a commettere involontariamente, per il quale facciamo affidamento ad un’unica caratteristica positiva dell’oggetto da giudicare (nel caso della bambina, si tratta del suo aspetto fisico) per valutarlo nella sua totalità, estendendo il nostro giudizio anche ad altre caratteristiche dell’oggetto che non conosciamo (l’intelligenza della bambina, la sua bontà, il suo reale bisogno di aiuto).

La personalità di ognuno di noi non può essere separata dal nostro aspetto fisico ed è per questo che ne siamo tanto influenzati. Si tratta di interiorità ed esteriorità dello stesso corpo, perciò dipendono l’una dall’altra. Poi ovviamente sta a noi capire fin dove arriva la personalità e l’aspetto nel determinare la “bellezza” di qualcuno, è una questione soggettiva che dipende dal carattere di ognuno di noi.

Ma la domanda che è alla base di tutti gli studi riguardanti l’effetto alone è: una persona è attraente perché ha una bella personalità oppure ha una bella personalità perché è attraente?

Gli esperimenti che dal 1920 ad oggi hanno avuto come oggetto l’effetto alone tendono a confermare la seconda opzione (senza però escludere la prima). Viene presa in considerazione la bellezza, che certamente non è l’unica caratteristica importante in una persona, ma è la più immediata, la prima che possiamo osservare quando incontriamo qualcuno che non conosciamo ed è quindi la più semplice da considerare.

Quindi, per tutti quelli che consideravano la bellezza interiore come principale parametro di giudizio, spero di essere riuscita a dimostravi che tutto ciò non è psicologicamente e scientificamente possibile e che essa deve essere preceduta in ogni singolo caso da un’analisi dell’aspetto esteriore, che voi vogliate ammetterlo o no.

Per chi ancora non è convinto, riflettete: eleggereste mai un rappresentante di classe o d’istituto che nel giorno della sua candidatura si presentasse con un’enorme macchia sulla maglietta o iniziasse a parlare a bassa voce e in modo indeciso?

Scritto da Elisabetta Ignesti 4F

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