· 

Ponte Morandi, cos'è successo?



Poco più di un mese fa, la mattina del 14 agosto 2018, centinaia di veicoli percorrevano il viadotto Polcevera (nord-ovest di Genova) ignari della disgrazia che stava per sconvolgere le loro vite.

 

Il ponte Morandi era una struttura rivoluzionaria costruita negli anni '60 per agevolare il traffico commerciale e giornaliero verso il sud della Francia ma, sfortunatamente, la struttura ha ceduto, portando con sé la vita di 43 persone e causando lo sfollamento di oltre 500 abitanti genovesi. Le cause di questo terribile episodio sono sconosciute ma le organizzazioni competenti indagano costantemente per dar luce alla verità, e metter pace negli animi dei parenti delle vittime.

 

Le ipotesi della frana sono molte, la più accreditata è l'apparizione di una luce gialla al momento del crollo, dovuta ad un'esplosione o alla caduta di un fulmine .

La struttura, per arrivare alla parte crollata, forma una curva cieca oltre la quale è difficile

vedere normalmente ma, quel fatidico martedì, in aggiunta, una pioggia scrosciante ricopriva Genova. Come possono, allora, essere giustificate le centinaia di macchine che sono riuscite a fermarsi dietro tre vetture che hanno creato un "muro" poco prima del crollo, creando una specie di distanza di sicurezza dal punto di rottura ed evitando così una catastrofe di dimensioni di gran lunga maggiore? La su detta ipotesi comporta dello scetticismo da parte di alcune persone esterne alla vicenda che osservano le riprese delle telecamere stradali al telegiornale sentendosi dire che, con molta probabilità, il ponte sia venuto giù per dei problemi strutturali o per mancata cura dello stabilimento.

 

Aprendo un piccolo specchio delle incurie sulle strade italiane è possibile notare quanti siano stati i danni delle infrastrutture nell’ultimo periodo, che non hanno creato grande scalpore in quanto contenuti nelle conseguenze. Per non parlare di tutte le strade piene di crateri che creano innumerevoli incidenti ogni giorno.

Ma cosa accadrebbe se indagassimo un po' sui fondi relativi a queste situazioni?

L'Unione Europea ha messo a disposizione del governo italiano 44,6 miliardi di euro da spendere nelle infrastrutture di tutto lo stivale, ma essi vengono realmente usati o solamente stipati in un angolo? Purtroppo non possiamo darci una risposta concreta ma vediamo chiaramente i risultati che non sono dei migliori...

Tornando al discorso principale, domandando fra gli adolescenti, si possono notare molte opinioni discordanti, dovute forse all'involontaria disinformazione che li induce a domandarsi sul come sia possibile che fatti di questo genere accadono ancora oggi nel 2018.

Vorrei esporvi il pensiero di due giovani che ho incluso nella mia indagine.

Un ragazzo che, appena è venuto a conoscenza della vicenda ha subito pensato alla stranezza del fatto, di come con tutte le tecnologie moderne non si sia potuto evitare tale incidente e di come un maggiore monitoraggio delle autostrade avrebbe potuto fare la differenza.

Il pensiero che personalmente ho apprezzato di più sia il suo ricondurre tutto al destino che è dietro ogni cosa.

 

Una ragazza, d’altro canto, ritiene un errore, da parte dello stato, non garantire la sicurezza delle strade. Provando a rispondere alla domanda, sul come sia stato possibile, pensando con un po' di logica è giunta alla conclusione che il ponte fu costruito poco meno di una settantina di anni fa, quando il traffico era di gran lunga minore e le vetture dell'epoca erano più leggere. Arrivando alla conclusione che con l'aumento dello stress dovuto al peso e alla frequenza di passaggio dei veicoli il ponte avrebbe potuto cedere in qualsiasi momento, tuttavia concorda sul fatto che con una manutenzione più frequente si sarebbe potuto evitare il disastro. Purtroppo non lo sapremo mai ma il nostro cordoglio va alle vittime ed ai loro parenti che hanno passato un inferno che non si appresta a concludersi.

Martina Fara IV A

Scrivi commento

Commenti: 0