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Aborto: conoscenza e riflessione

Ultimamente, si è sentito molto parlare di un argomento alquanto delicato, sto parlando dell'aborto, una pratica medica utilizzata per interrompere la gravidanza. Quello dell'aborto è un gesto estremo.  

Sono pochi coloro che sono ben informati a riguardo.

La gravidanza è un processo molto complesso dal punto di vista biologico: ci sono dei tempi precisi in cui l'embrione diventa feto e si sviluppa in tutte le sue potenzialità. 

Stando alla legge 194, la legge sull'aborto, una donna ha il diritto di abortire entro le prime 12 settimane di gravidanza, in quanto il feto non è totalmente formato. Questa interruzione avviene per via farmacologica; in questo caso l'interruzione della gravidanza è molto simile all'aborto spontaneo. Dopo le 16 settimane fino alla 22 si induce, sempre per via farmacologica, il travaglio abortivo che porta ad un vero parto del feto che, non essendo ancora interamente formato, non ha possibilità di sopravvivenza. 

Dopo le 22 settimane non è più possibile abortire in quanto ormai il bambino è cresciuto. Nonostante ciò, ci sono delle eccezioni che pongono in primis la vita della madre, quando la sua salute è in serio pericolo.

Nel nostro paese ci sono molte associazioni che hanno lo scopo di aiutare le ragazze e le donne in difficoltà di fronte a una scelta molto complicata e dolorosa. Per le giovani donne, ma anche per chi è già in età adulta, c'è il consultorio comunale, dove è possibile trovare un ginecologo ed uno psicologo che accompagnano la scelta; ma ci sono anche numeri verdi da interpellare qualora si avessero delle domande.

Per esempio, una di queste associazioni, a Roma, è la Comunità di San Giovanni XXIII con la quale è possibile intraprendere un percorso di supporto e confronto. 

Questa associazione dà anche la possibilità di partorire in anonimato e lasciare il neonato in una culla segreta in modo che possa essere immediatamente accudito e adottato. Inoltre si può scrivere alla comunità sui diversi social e confrontarsi con qualcuno che può effettivamente essere d’aiuto. Già dal sito della comunità si ha la possibilità di leggere articoli interessanti e indicazioni per poter comprendere meglio questo delicato argomento. Ormai, giornalmente, ci confrontiamo con temi di questo genere. Magari conosciamo giovani genitori che per scelta personale e supportata dalla loro famiglia hanno deciso di far nascere il loro bambino. 

Il contatto con esperienze di questo genere fa riflettere e ci invita a porci delle domande.

Sarebbe arricchente se continuassimo a parlare di questi argomenti: perciò attendo le vostre condivisioni, eventualmente anche in forma anonima. Sarà un altro modo per rendere il “Giovane periferico” sempre più un giornale costruito da tutti noi.

Scritto da Martina Fara 4A

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