· 

Giustizia per Desirée

San Lorenzo non ti dimentica

Un affronto quanto accaduto tra il 18 e il 19 ottobre scorso, in via Lucani 22, nel quartiere di San Lorenzo, nel centro di Roma. La sedicenne Desirée Mariottini, di Cisterna di Latina, è stata drogata e poi abusata sessualmente in uno stabile occupato, incline al degrado. Questa zona era conosciuta inizialmente come luogo popolare di sinistra e si è trasformata nel tempo, oltre che in una località universitaria, in un teatro di alcol, spaccio e criminalità.

 

Desirée è cresciuta in una situazione familiare insolita: la madre, Barbara Mariottini, rimase incinta a 15 anni; il padre, Gianluca Zuccheddu, indagato per droga, è stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla famiglia, e poi ai domiciliari. La madre si era accorta  della dipendenza da sostanze stupefacenti della figlia già dall'inizio delle superiori; ad agosto, la situazione era diventata insostenibile per i suoi comportamenti violenti e per gli episodi di spaccio. Perciò erano stati contattati gli assistenti sociali.

 

Tre giorni prima del tragico evento i genitori hanno ricevuto la risposta del giudice che non riteneva necessario il trasferimento di Desirée in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti.

 

L'ultimo contatto telefonico con la famiglia  risale a qualche ora prima del decesso; durante la telefonata, la ragazza avvisava la nonna di aver perso il mezzo per tornare a casa e che, di conseguenza, sarebbe rimasta da un'amica per la notte. Quella sera si recò allo stabile nel quale, come riporta la testimonianza dell'amica Antonella, si era già diretta altre volte per acquistare eroina; sempre secondo la testimonianza, sarebbe stata avvicinata da un gruppo di quattro senegalesi, fra i quali uno che aveva già chiesto in passato prestazioni sessuali in cambio di cocaina. La ragazza avrebbe assunto in seguito antipsicotici e pasticche sciolte in una bottiglia di vino, perdendo conoscenza e, rimasta da sola, i quattro uomini hanno abusato di lei, lasciandola in fin di vita nello stabile. Dalle indagini, risulta che Desirée sarebbe sopravvissuta se le forze dell'ordine e l'ambulanza fossero state chiamate pochi minuti prima; il corpo era stato rivestito da Muriel, una donna congolese che, dalla testimonianza dell'amica di Desirée, sembra avesse ritardato la chiamata dei soccorsi per l'offerta dei quattro: avvertire più tardi l'ambulanza, in cambio di alcuni tiri di cocaina.

 

Tutto fa pensare che la fine della ragazza fosse pianificata, il che rende l'accaduto maggiormente macabro. Dall'autopsia, emerge che Desirée avesse tentato di difendersi finché cosciente; nonostante questo, l'abuso durò dalle 18 alle 2 di notte, l'ora della morte. I quattro uomini sono stati successivamente rintracciati e arrestati. Il 10 novembre è stato fermato un italiano di 36 anni che, secondo gli investigatori, avrebbe fornito la droga a Desirée. Avrebbe venduto psicofarmaci, cocaina ed eroina anche a ragazzi minorenni. Il 15 novembre, i giudici del Riesame hanno messo in discussione la tesi della Procura, annullando per due indagati le accuse di omicidio volontario e stupro di gruppo. Il sospetto avanzato dai difensori degli accusati è che le prove non siano sufficientemente attendibili poiché derivanti dalle testimonianze di tossicodipendenti della zona. Il caso non è stato definitivamente chiuso dato che la Procura attende i risultati delle analisi del DNA sul corpo.

 

Dovremmo concentrarci però sulla figura di Desirée che da molti non è stata ritenuta vittima.

 

“ Hanno scritto che la mia Desirée non era altro che una drogata, come se questo fosse un buon motivo per morire in quel modo a 16 anni. Violata da viva e anche da morta.”, è una delle dichiarazioni della madre, in lacrime, al funerale. La donna si riferiva ad un post di Potere al Popolo, divenuto virale in rete, in cui si sostiene che la sedicenne fosse solo “una che se l'è cercata”, che è stata “fortunata nella sciagura” poiché le viene riconosciuto “lo status di vittima grazie alla nazionalità dei suoi aguzzini”.

L'unica certezza è che deve essere fatta giustizia e deve essere resa la completa verità alla famiglia; in primo luogo per Desirée, in secondo luogo per noi tutti.

 

Questo evento ha portato alla luce edifici dimenticati come l'ex Penicillina, abbandonata al degrado, abitata da uno degli indagati, confermando nei cittadini la necessità di maggiore controllo e il bisogno di sicurezza. La tragica vicenda di Desirée ha dato voce agli abitanti di San Lorenzo che, fino a quel momento, non erano stati presi in considerazione, rimanendo nell'ombra.

Scritto da Jessica Pisano 3A ed Elena Coppolella 3A

Scrivi commento

Commenti: 0