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Il nostro nuovo esame

Dopo tante anticipazioni, voci di corridoio e false notizie, il 4 ottobre il nuovo Ministero dell’Istruzione, presieduto da Marco Bussetti, ha inviato una circolare a tutte le scuole per informare studenti e docenti delle modifiche all’Esame di Stato. Se ne iniziò a parlare già agli albori dell’attuale governo gialloverde, ma solamente dopo quattro mesi ci sono arrivate risposte certe.

 

Ed effettivamente l’esame di stato presenta importanti novità! Innanzitutto cambiano i requisiti di accesso all’esame: non saranno necessarie né la partecipazione alla prova INVALSI nell’ultimo anno, né lo svolgimento dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro (ASL), (che andranno, invece, a completare il Curriculum Vitae). Per poter essere ammessi bisognerà aver frequentato la scuola per almeno i tre quarti del monte ore previsto, avere la sufficienza in tutte le discipline e in comportamento. Quella che però immediatamente salta agli occhi dei ragazzi che si accingono quest’anno ad affrontare l’incubo della commissione, riguarda il numero delle prove complessive da sostenere: se infatti, fino allo scorso anno, eravamo abituati alle canoniche tre prove scritte, seguite poi dal colloquio orale, a partire dall’anno scolastico 2018/2019 non dovremo più temere la terza prova. Questa, che veniva popolarmente soprannominata ‘’Quizzone’’, era composta da una serie di domande di vario argomento, nell’ambito di tutte le materie escluse dalle prime due prove. Difatti, a causa della sua complessità e, soprattutto, dell’oggettivo poco tempo a disposizione, era rinomata per la sua capacità di stroncare le speranze di un voto finale alto di un gran numero di studenti. Bisognerà perciò concentrare le proprie energie nel primo test di italiano, nella seconda prova e nel colloquio conclusivo.  Ma non finisce qui! Anche le prime due prove  subiscono importanti cambiamenti. La prima prova di italiano, in programma per il prossimo 19 giugno “servirà ad accertare la padronanza della lingua, le capacità espressive e critiche delle studentesse e degli studenti”, citando espressamente la circolare ministeriale di ottobre. I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra 7 tracce, da trattare in 3 possibili tipologie di prove in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, sociale, economico e tecnologico. La prima tipologia di elaborato sarà l’analisi del testo che potrà essere svolta su uno dei due testi proposti, di due autori differenti (perciò non troveremo più una sola traccia di un unico scrittore), che potranno essere scelti dall’ Unità di Italia fino ad oggi. Il secondo tipo di compito possibile sarà l’analisi e la produzione di un testo argomentativo: infatti gli studenti troveranno un testo e verrà richiesta una loro interpretazione seguita da una propria riflessione. In alternativa sarà possibile dedicarsi alla produzione di un tema, e perciò non più di un saggio breve,  basato su argomenti di attualità.

 

Anche nella seconda prova scritta, che affronteremo il 20 giugno, ci saranno dei ritocchi. Da quest’anno, in realtà, potremo scontrarci con una o più discipline di indirizzo, nel nostro caso matematica e fisica ; dovremo però attendere gennaio per avere notizie certe . Non solo, verranno fornite alla commissione anche griglie di valutazione nazionali per un giudizio più equo ed omogeneo; queste saranno obbligatorie anche per lo scrutinio della prima prova di italiano e per la valutazione del colloquio finale. Infatti varierà sicuramente anche l’esame orale: non avremo più la possibilità di esporre la tesina, ma solo una breve relazione, che dovrà vertere anche sull’esperienza di ASL (poiché considerata momento di acquisizione di competenze trasversali). Inoltre la disciplina di Cittadinanza e Costituzione sarà materia di colloquio, così come l’analisi del testo, che ritroveremo anche nella prima prova. Inoltre sarà data più importanza al percorso scolastico seguito dagli studenti nell’ultimo triennio. Cerchiamo però di chiarire questo tema: ciò che in realtà verrà aumentato sarà il numero di crediti conseguibili al termine di ogni singolo anno dell’ultimo triennio, che passa da un massimo di 25 ad un massimo di 40, da sommare al voto complessivo delle tre prov. Entro il giorno della valutazione del primo quadrimestre vedremo i nostri attuali crediti convertiti in base ai nuovi criteri. Alla commissione d’esame spetteranno esattamente 60 punti: sarà possibile valutare al massimo con 20 punti ciascuna delle due prove scritte e il colloquio. La delegazione di professori potrà inoltre integrare la valutazione complessiva un massimo di 5 punti bonus, a patto che il maturando abbia conseguito un credito scolastico minimo di 30 punti e un punteggio nelle prove di esame di almeno 50 punti. Nonostante questi numerosi cambiamenti, e la poca chiarezza che aleggia, l’importante rimane non farsi fermare dalla paura, che, inevitabilmente, inizia a sfiorare la pelle dei ragazzi , ma credere nella validità delle proprie potenzialità. In bocca al lupo ragazzi!          

Scritto da Valerio Bragaglia 5D

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