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Il futuro in "fumo"

Nonostante il tema dell’inquinamento metta sempre tutti d’accordo in favore di un mondo più verde ed ecosostenibile, nella realtà dei fatti non è esattamente così facile trovare una via d’uscita. Le discussioni sull’ambiente prevedono un lungo periodo di “trattative” e accordi su chi debba fare cosa, come deve farlo e in quanto tempo deve ottenere risultati. Questi dibattiti, solitamente, delineano delle soluzioni che, stando alle previsioni, porterebbero a dei risultati piuttosto buoni in un arco di tempo relativamente breve; non è però questo il caso della COP24, nota conferenza internazionale sul clima, svoltasi a Katowice (Polonia) e conclusasi con esiti non particolarmente eccezionali. Le varie associazioni ambientali commentano in modo caloroso ed esaltante la Conferenza, definendola “Un grande passo verso il suicidio della specie”. La COP24 ha essenzialmente approvato il regolamento studiato nell’Accordo di Parigi del 2015, che prevede, ad esempio, di diminuire l’aumento medio della temperatura mondiale da 2°C ad un massimo di 1,5°C; include, inoltre, un’attenzione maggiore ai paesi in via di sviluppo, che sono meno in grado di sostenere dei cambiamenti così radicali. Gli ambientalisti fanno però notare un particolare, ossia che 1,5°C di aumento medio di temperatura è abbastanza da far presagire un futuro non molto roseo, oltre ad avanzare l'ipotesi sensata che alla Conferenza abbiano partecipato molti Stati che fanno della produzione del petrolio il loro punto forte. “Non è stato preso nessun chiaro impegno a migliorare le azioni da intraprendere contro i cambiamenti climatici, non è stato raggiunto alcun impegno collettivo chiaro per migliorare gli obiettivi di azione sul clima, i cosiddetti Nationally Determined Contributions” afferma Jennifer Morgan, esponente di Greenpeace. Sebbene prima della COP24 si pronosticasse un buon risultato, effettivamente gli Stati non hanno avanzato proposte o strategie concrete, come se non ci fosse una reale consapevolezza del pericolo di un futuro non ecosostenibile; questa mancanza di cognizione dell’emergenza è ancora più agghiacciante di fronte al monito piuttosto allarmante lanciato poco prima dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico: “Restano a disposizione solo dodici anni per salvare il clima del Pianeta”. La principale causa di questa mancata presa di coscienza è lo “scetticismo” verso la Scienza che hanno avuto i Paesi produttori di greggio, tra i quali Arabia Saudita, Kuwait, Russia e Stati Uniti d’America. Un altro aspetto pauroso è quello dei finanziamenti per l’ecosostenibilità: nel 2017 è stato raggiunto il record storico di spese in armamenti, che hanno raggiunto i 1748 miliardi (1.748.000.000.000) di dollari, ma non si riesce a trovare un accordo per l’obiettivo di 100 miliardi di dollari da usare per l’ambiente entro il 2020. Nel mondo ambientalista è diventato virale l’intervento, durante la Conferenza, di Greta Thunberg, ragazzina svedese di solamente 15 anni, ma con le idee ben chiare in testa: Greta, con voce calma ma dura, si riferisce alle classi dirigenti affermando che sono popolate da persone “paurose dell’impopolarità […], che hanno idee sbagliate e che ci hanno messo in questo casino”. Durante l’intervento dice inoltre che “La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche possano vivere nel lusso”.

Cos’è che l’Italia, quindi, sta facendo per aiutare il pianeta? Ultimamente l'oggetto di diatriba tra i due Vice Presidenti italiani Di Maio e Salvini è l'”ecotassa”. Di cosa si tratta? L'”ecotassa” è una “tassa ecologica” (come suggerisce il nome stesso) che verrebbe applicata ai veicoli nuovi (quindi non riferita all’acquisto di autovetture usate) in riferimento ai loro valori di emissioni inquinanti. Quali sono dunque le opinioni? Matteo Salvini è contrario all'ecotassa poiché si andrebbe ad aggiungere alle già numerose imposte presenti sulle auto (basti pensare che all’estero il passaggio di proprietà oscilla tra i 0 e i 50 euro, mentre in Italia può toccare cifre sopra i 1000 euro); il ministro Di Maio crede invece che si possa diminuire l'acquisto di auto inquinanti, a favore di auto elettriche o ibride che avrebbero un prezzo molto agevolato. Nelle ultime settimane sembrerebbe che si sia trovato un accordo tra i due, ed è stata proposta l’idea di applicare la tassa “solo a chi deciderà di acquistare un SUV o una “super car” extralusso”.

Il futuro sembra andare letteralmente in fumo. Che il tempo possa piacevolmente stupirci?

Scritto da Andrea Ciucci 5A

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